Senza titolo
Verdi montagne
mi si stagliano di fronte,
sguardi
protettivi, rassicuranti,
seduto
su una roccia all’ombra
di un albero
maestoso,
sono protetto
dalla sua presenza,
sono parte
dell’erba profumata,
quell’erba
che al mattino la rugiada
veste di
un profumo
così
intenso…
Tutto sembra
fermo,
anche gli
insetti che volano così
velocemente
quasi chiedono
scusa e
cercano di ingrandir
la quiete
col loro moto.
Ghiacciai
si presentano in lontananza,
il cielo
è lì,
di quell’azzurro
che poche volte
ti sei
sognato di poter vedere.
Improvvisamente
mi sento piccolo…
piccolo
di fronte a quel sentiero
che conduce
nel cuore dei
monti,
anche di
fronte a un solo ramo
di quest’albero
che mi
sta ospitando.
Il silenzio
può essere più
loquace
di molti altri trambusti,
il silenzio
mi sta parlando all’orecchio
per raccontarmi
di storie,
vecchie
e nuove,
storie
di vita, di esistenza,
storie
preziose come tesori.
Ma a volte
comincia anche a
premere
e a ricordare la propria debolezza;
il verde,
il grigio rupestre,
distese
così limpide
da astrarre
dal mondo,
il ritmo
dell’essere si
adegua
al cammino di un moscerino,
è
incredibile quanto grande
possa essere
la gioia
di un normalissimo
momento
di silenzio,
di fronte
ad alte
vette che
immobili
assistono
al passaggio
di innumerevoli
viaggiatori
in cerca di
una meta.
Questi
attimi non si
impugnano,
non si costringono nel proprio
palmo facendoli
appassire,
scorrono
veloci sulla propria pelle
purificando
l’inconsistenza dell’essere,
è
un lavacro
a cui assistere
con riverenza, rispetto.
L’ego è
un nemico con cui combattere ma
senza mai
schernirlo,
una lotta
da ingaggiare
con rispetto
ed antico onore,
fino a
una vittoria che porti alla pace.
Il tutto
non è niente,
io forse
sono il tutto ora
o il tutto
entra in me.
E mi accorgo
che sto vivendo!
Tratta da
Eden del tempo, terza parte de Il vento sussurra
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